Il teatro dei sogni di Andrea De Carlo

Si tratta del primo libro che leggo di Andrea De Carlo. Lo dico perché guardando qua e là tra le varie opinioni relative a questo scritto ho trovato opinioni contrastanti: di chi fatica a riconoscere nell’opera le qualità dell’autore, ma c’è anche chi lo descrive come l’espressione ritrovata dello scrittore a cui nel tempo ci si è affezionati, rischiando di perderlo ad un certo punto.

Per me è tutto nuovo.

Ho iniziato a leggere Il teatro dei sogni e mi sono fermata, diverse volte. E in mezzo ci sono state altre letture. Forse perché era lontano dai miei soliti libri, dalle tematiche con cui mi trovo a mio agio.

Ma il titolo mi spingeva a riprenderlo. E poi la lettura è partita, fino alla fine.

Il teatro dei sogni. Il titolo si comprende soltanto all’ultima pagina. E forse è per questo che sono arrivata alla fine. Il sogno riguarda il desiderio di tornare ai sentimenti veri, autentici. Il tipo di sogno che può rovinare una persona, o renderla felice!

La scrittura di De Carlo è scorrevole, coinvolgente, semplice, ma nel senso che riesce a farti entrare immediatamente nella storia. E un po’ ti inganna. Perché questa piacevolezza nel leggere, in realtà, cela una situazione piuttosto desolante: quella dei social, delle apparenze, di una società e di una politica che non è interessata all’approfondimento. Ma soltanto alle notizie da gridare per poi dimenticare. È un ritratto piuttosto sconfortante di quello che ci circonda.

Mi è piaciuto molto il protagonista, Guiscardo Guidarini che con il suo Teatro dei Sogni riesce a farsi gioco di chi lo circonda e riesce a mettere in evidenza le contraddizioni e la povertà di una certa impostazione politica e sociale. Intensa la scena finale che vale tutto il libro. Che ha a che fare con l’amore.

Prima di concludere, questo è l’unica recensione per cui non ho pensato ad un segnalibro, perché ho trovato la copertina bellissima. Forse una delle più belle per un libro e con piacere ho appreso  che si  tratta di un’immagine realizzata proprio da Andrea De Carlo. Molto bella!

 

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